Graziella La Rosa inizia la sua carriera artistica con la compagnia teatrale Quellidigrock per poi dedicarsi al documentario, in particolare a quello antropologico.
Alternando l’attività di autrice a quella di regista e documentarista, Graziella La Rosa esplora e racconta attraverso il suo lavoro diverse realtà umane.
Uno dei fili conduttori della mia attività di autrice è quello del coraggio individuale, di indagare quelle situazioni in cui un individuo è costretto dalle circostanze a combattere, a reagire ad un destino ingiusto, sviluppando risorse di inaspettata fantasia e creatività.
Ho esplorato questa tematica già da una delle mie prime opere teatrali, Andreia, (“Valore”, in greco antico), che racconta di una suora costretta a scontrarsi contro l’autorità maschile e la Santa Inquisizione a metà del 1500.
Il bisogno di comprendere le ragioni del dolore e dell’odio che si celano dietro la pena di morte mi ha invece portato a scrivere il dramma “Le rassicuranti ragioni della giustizia” vincitore della XXVI edizione del Premio Fondi la Pastora per il Teatro.
È giusto condannare a morte un essere umano qualunque sia stata la sua colpa? Può la famiglia della vittima arrivare a chiedere la commutazione della pena in ergastolo? Che cosa può provare la madre di un ragazzo omicida e qual è il prezzo della dignità della vita?
E che valore ha la vita di chi fugge dal proprio paese in cerca di un nuovo domani? Anni fa mi ha appassionato un episodio tutto europeo che è accaduto pochi mesi prima della caduta di Berlino, nell’estate del 1989.
Un gruppo di profughi della Germania dell’Est, in occasione del Picnic Panaeuropeo, decide di varcare la frontiera con l’Ungheria. Uomini, donne, bambini camminano attraversando il filo spinato di un confine a loro proibito, incuranti del pericolo. E lo sguardo sbigottito del colonnello Arpàd Bella, che dovrebbe aprire il fuoco per fermare quel flusso inarrestabile di persone ma non lo fa.
E li lascia passare, in un gesto di umanità e di libertà, rischiando a sua volta il carcere.
Da qui è nato il trattamento” Il prezzo delle cose” vincitore del premio europeo De L’Europe da cui è stato tratto l’episodio Sogno d’Estate per il film “Les Europeans “
Ho ritrovato questo senso dell’epica individuale e della lotta collettiva anche nelle battaglie dei popoli nativi per salvare il loro habitat dall’assedio della nostra civiltà.
Così ho ideato il progetto documentaristico I Sentieri del Mondo, uno sguardo dall’interno sul difficile passaggio da un’era all’altra cui i popoli indigeni sono chiamati.
Un cambiamento dai ritmi e modalità imposte dagli interessi del mondo occidentale che troppo spesso impone i propri parametri senza ascoltare la voce degli altri.
L’incontro con Patrizia Monaco, una straordinaria donna e autrice di teatro, mi ha dato l’occasione di misurarmi registicamente con due figure femminili coraggiose e all’avanguardia: Camille Claudel, scultrice che ha pagato caro il prezzo di essere donna e artista, e Clara Maffeis, intellettuale borghese ed eroina del Risorgimento.
In questo mio percorso vario non poteva mancare il bisogno di confrontarmi con il Cinema, in particolare con la sceneggiatura per il lungometraggio Dodiciminuti, realizzata grazie al finanziamento allo sviluppo di Rai cinema. Il tema è la storia di Vittorio un emigrato cileno diventato Mastro pastaio in un pastificio del nord Italia.
Ambientato in una città di confine come Trieste, il film intreccia i temi personali del protagonista, in fuga da un passato difficile, e quelli sociali legati al fallimento del pastificio. Solo affrontando i fantasmi del passato Vittorio riuscirà a ricostruirsi una nuova vita e ad essere di aiuto agli altri.